Come parlare ai bambini di un grosso pericolo

Per il venerdì del libro, Vi propongo una lettura molto interessante su come parlare ai nostri figli di un pericolo che preoccupa tutti noi genitori. Mi ha fatto molto riflettere , ma non vi voglio dire subito il titolo. Se siete stati adolescenti negli anni ’90 come me, leggendo l’argomento principale non arriverete alla fine di questo post per la noia che ancora vi ricordano i tanti temi in classe, quando ancora sapevamo forse troppo poco sulla questione. Forse qualcuno si è trovato di fronte al pericolo: di chi era quella voce nella loro coscienza che li ha fermati? 

Il libro in questione è “Assuefatti” (di Sara Casassa e Antonella Fiori -Edizioni San Paolo) e se lo leggete da genitori di bambini piccoli, sarà proprio quello che si augurano molti degli intervistati (attori, giornalisti, opinionisti).

Ne ho parlato a cena, con i bambini presenti. Mi ha molto colpito leggere gli errori del tg quando tratta l’argomento. Non dovrebbero dire: “Sequestrati 80 kg di droga” , ma “evitate 3000 morti”. E la discoteca? E’ diventata un luogo negativo, ma non è una perdita? Dovrebbe essere un posto per divertirsi.

Di sicuro dobbiamo insegnare ai bambini a dare valore alla vita, ma soprattutto non delegare totalmente alla scuola questo tema.

Per approfondire l’argomento, potete consultare il sito curato dalle autrici http://www.assuefatti.it

7 pensieri su “Come parlare ai bambini di un grosso pericolo

  1. ilmondodici

    Nostra figlia non ha nemmeno 5 anni ma già ci ha chiesto spiegazioni. Eravamo in gita in una grande città e purtroppo dopo cena non siamo potuti andare nel parco giochi che lei aveva adocchiato e senza pensare le avevano detto “magari dopo cena andiamo a farci un giro” – e i bambini si ricordano tutto!!! – perchè c’erano degli spacciatori al lavoro. E così su due piedi abbiamo dovuto imbastire una spiegazione a misura di 4 enne, ma siamo rimasti molto turbati (perchè la cosa ci ha preso in contropiede, era in una zona turistica, ben illuminato, accanto ai ristoranti ed erano solo le 8 di sera, fortuna che non ci siamo avvicinati molto avendo capito che succedesse in tempo) e già ci chiediamo come porci. La cosa l’ha molto colpita perchè poi giorni dopo ha proprio chiesto “sì, ma cosa facevano ESATTAMENTE quelle persone di brutto e perchè era pericoloso avvicinarci?”. E poi ne ha riparlato anche raccontandolo ai nonni (…).
    Grazie di averne parlato. ciao

  2. Jessica

    Un tema difficilissimo. Nella mia unica supplenza in un Liceo, mi sono trovata a dover fare una lezione sulla sicurezza stradale e mi sono chiesta che peso potessero avere due ore in classe di fronte ai tanti messaggi in senso opposto provenienti da tutti i media: corse, velocità, moto, rally. Mi chiedo sempre la stessa cosa: quanto sarebbe più proficuo che i messaggi importanti fossero anche condivisi e coerenti… senza far venire il dubbio che andare senza casco, o drogarsi, sia più ‘figo’… Grazie Daniela per questo suggerimento e spunto!

  3. profpalmy

    Purtroppo si tratta di un tema in cui è difficile addentrarsi perché mette in gioco il bisogno da cui inizia il contatto con il mondo della droga: cosa cerca il giovane in una sostanza?

  4. Caffenero Autore articolo

    è proprio per questo che si deve prevenire con idee forti: sul valore della vita, su come divertisti, anche sulla conoscenza. Nel libro la parte scritta da Alberto Angela è davvero incisiva, pur parlando da divulgatore scientifico e non da padre. Anche l’intervista a Raoul Bova, di cui magari ci siamo fatti un’idea ristretta all’attività di attore, è su toni molto forti: io non sapevo che lui e sua moglie avessero finanziato una campagna anti-droga. Lella Costa è un’altra che leggi e pensi: “Ti faccio leggere da mio figlio quanto avrà 14 anni e poi dormo tranquilla”. Il tema non è sicuramente facile, proprio per questo secondo me non va delegato tutto alla scuola.

  5. Pingback: LIBRI: Etciù! Sono allergico ai draghi!!! | mimangiolallergia

  6. Stefania

    E’ sempre difficile parlare ai nostri piccoli di questioni così delicate. Credo che libri come questo possano dare una mano anche se sono convinta che non esistano regole valide a livello universale…

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