Intelligenza sintetica: errori comuni con cui i genitori la rovinano

La definizione di intelligenza sintetica a cui mi riferisco è espressa nel libro “Cinque chiavi per il futuro” di Gardner. Una competenza che l’autore ritiene determinante per i bambini che vogliamo preparare per le sfide del futuro. Si può insegnare? Sì, ma il vero problema sono gli errori comuni e involontari con cui un genitore la può stroncare.

Per il mio amore della pratica, vi spiego l’intelligenza sintetica con esempio. Si guasta uno strumento in un ospedale, servirà un tecnico che valuti il danno e ordini le parti di ricambio, ma la procedura degli acquisti è burocratica, il commerciale dell’azienda premerà per non perdere il cliente, il magazzino deve ordinare il pezzo di ricambio alla casa madre, l’ospedale insiste di velocizzare. Classica situazione di stallo in cui ognuno rivendica i suoi diritti e le sue competenze, ma per  scavalcare l’intralcio dei singoli interessi serve che qualcuno sfoderi l’intuito di riconoscere le priorità e guardare il problema dall’alto per sbloccare l’intoppo.

Questa capacità di cambiare prospettiva di valutazione, considerare più variabili, individuare il punto centrale e da lì ridistribuire gli elementi in ordine di priorità è l’intelligenza sintetica.

Se la definizione sembra difficile, guardiamo i casi in cui manca. Manca al giornalista che legge la scoperta di un virus e la diffonde come l’allarme di una nuova peste e se nessuno sopra di lui ha un briciolo di intelligenza sintetica che ispiri un consulto (con un esperto di epidemie, con uno psicologo delle reazioni di massa, con un sociologo o un economista) potrebbe nascere il panico in attesa di questo battere killer (ahimè è storia!).

Veniamo alla pratica. Come si insegna? I bambini hanno un istinto naturale per la sintesi: uniscono i loro saperi, fanno collegamenti, vedono tutto in modo sempre nuovo. Una banana? è un telefono! Quando saranno un po’ più grandi sarà l’uso delle metafore, il trampolino di lancio per iniziare a fare collegamenti. Se hai capito, lo dici anche con un esempio fuori dal campo, oppure inventiamo una storia per spiegarlo. Si impara a fare metafore, sentendole fare e questo è il compito dei genitori. Altro punto essenziale sono i collegamenti multidisciplinari, riportando le nozioni apprese ad esempi pratici. Gli spunti sono infiniti già da piccoli. “Se la nostra famiglia è un insieme e quella della nonna un insieme, il papà in matematica chi è?”

Se insegnarla sembra semplice, ci sono degli errori comuni a cui si deve stare attenti perchè la stroncherebbero in un attimo. Come nell’esempio della banana che diventa telefono, se vediamo un bambino piccolo che la stritola nel tentativo di rispondere, cosa gli diciamo? “Non così! Mettila giù!” Lui capirà che giocare a scambiare identità agli oggetti è sbagliato e piano piano non lo farà più. Fine della capacità di vedere la realtà da altre prospettive! la nostra abitudine da adulti a ragionare per procedure (la banana si sbuccia  e si mangia senza sporcarsi) è un limite nell’apprezzare tutta la sintesi spontanea e creativa che c’è nei bambini.  A me darebbe fastidio staccare pezzi di banana dal tavolo (riattaccano sempre violentemente!) però basta dirgli di non stringerla troppo e l’intelligenza sintetica è salva!

19 pensieri su “Intelligenza sintetica: errori comuni con cui i genitori la rovinano

  1. Anna Disorganizzata

    subito a sentire il termine ‘ intelligenza sintetica’ ho attribuito l’accezione errata al termine ed ho avuto un brivido!
    Leggendo il tuo post invece ho capito il significato e la forza con cui si lascia spazio alla fantasia mi piace moltissimo.
    e questa frase
    — A me darebbe fastidio staccare pezzi di banana dal tavolo (riattaccano sempre violentemente!)– mi ha fatto sbellicare

  2. Caffenero Autore articolo

    effettivamente la traduzione “sintetica” non è delle più felici, sembra proprio che venga preparata in provetta.
    Sono contenta che il resto ti sia piaciuto. ciao

  3. Caffenero Autore articolo

    Lo facciamo in buona fede, sono errori innocenti, però leggerlo mi ha fatto riflettere che non è tanto difficile perdere questa abitudine.

  4. cristina

    Quando la prima volta ho sentito chiamare papà da mio figlio di 4 anni ripetutamente sapendo che il papà era a lavorare e non era in casa..mi sono avvicinata e stavo per chiedergli cosa stesse facendo…ma poi ho sentito rispondere..aspetta mamma arrivo..da suo fratellino di 3 ho capito che per la prima volta giocavano a fare finta, con ruoli definiti e li ho guardati..erano spassosissimi e parlavano come noi genitori!! Ho appreso che il gioco e la fantasia sono sacri e non vanno interrotti o manipolati a seconda dei nostri gusti e esigenze solo così saranno liberi di esprimersi e di viaggiare in un mondo di bambini ormai da noi dimenticato..

  5. valerio

    E’ vero, è difficile, nel rapporto genitori-figli, accettare che si possa davvero far danni con i nostri atteggiamenti “educativi”. Credo che sia abbastanza utile tenere sempre presente che il bambino è un individuo con un cervello molto più pronto del nostro (molti più neuroni ancora presenti e sinapsi in vorticosa evoluzione) e quindi capire che è si piccolo, ma non un deficiente da zittire o a cui rivolgersi con sufficienza, e allo stesso tempo non temere mai di “abbassarsi” alle sue regole di fantasia e di gioco, che sono i suoi più potenti mezzi per la scoperta del mondo, all’interno delle quali possiamo inserire le nostre regole educative, a patto che si riesca a ritrovare in noi almeno un eco del bambino che siamo stati tutti.

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  8. Gioele

    Io forse dovrei fare una domanda probabilmente poco intelligente perchè forse, ma solo forse, potrei capirla. Tu hai detto che se un bambino usa la banana come un telefono non bisogna correggerlo e voi avete pensato naturalmente che stesse giocando, ma i bambini imparano giocando per cui mi chiedo se non si deve dirgli che non si usa così una banana o comunque se bisogna lasciarlo giocare così non può succedere che crescendo continuerà a credere perchè non gli ho detto niente che la banana la può usare come un cellulare? (non è una battuta) dopotutto chi gli ha detto di non usarlo come un cellulare? E’ come se io credessi che Napoleone è vissuto nel XX secolo e se nessuno me lo dice potrei continuare a crederlo. Può essere un ragionamento stupido dovuto dal fatto che non ragiono come i bambini ma se è un ragionamento sbagliato potreste dirmi perchè? Può essere che a qualcuno gli rimanga che la banana (è un esempio) possa essere usata come cellulare o che se lo metta in faccia come cellulare? Se si, questo giova all’ intelligenza sintetica o no? Se non mi hai capito non ti preoccupare, qualche volta mi capita di esprimermi male.

  9. Daniela Autore articolo

    Ciao, Gioele. Credo che ci siano due piani: il gioco e le nozioni. A un anno probabilmente ti viene voglia di giocare con le banane come se fossero telefoni (imiti qualcuno che hai visto con un telefono in mano), a 10 hai già capito che la banana è un frutto e se la usi come telefono vuoi far ridere (l’umorismo a 1 anno non c’è), mentre inizi a chiederti altre cose sulle banane: da dove vengono? perchè hanno la buccia e le prugne no? ecc. L’esperienza fa la differenza. Nell’esempio mi riferivo al gioco immaginato, quello di fantasia. Se dovessimo bloccare tutti gli slanci spontanei dei bambini, dovremmo dire che il loro modellino di aereo non vola e che la smettano di far rombare la macchinina perchè si tratta di un modello di plastica ecc Ti immagini che tristezza una infanzia così? da grandi vorranno un auto vera da giudare pur avendo passato l’infanzia a fingere che le loro fossero le più veloci al mondo. Sono stata un po’ più chiara? Ciao

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